XII RAPPORTO QUALIVITA ISMEA SULLE PRODUZIONI AGROALIMENTARI ITALIANEDOP IGP STG

loghi_igp-dop-etg_01E’ stato presentato ieri ad una folta platea di addetti ai lavori, alla presenza del Ministro dell’agricoltura Maurizio Martina, il 12° Rapporto sulle produzioni agroalimentari italiane DOP IGP STG 2014, realizzato dalla Fondazione Qualivita e ISMEA, in collaborazione con AICIG, con l’analisi e l’interpretazione dei più significativi fenomeni socio-economici del comparto della qualità alimentare certificata.
dati_xii_rapp_qualivita_400Le prime dieci DOP IGP italiane concentrano l’81% del giro d’affari con un lieve calo del fatturato totale ma con l’apsetto positivo della crescita dell’export.

Un comparto che garantisce la qualità anche attraverso i 120 Consorzi di tutela riconosciuti dal MIPAAF, 48 Organismi di Certificazione autorizzati, per un complessivo numero di oltre 60.600 visite ispettive e 75.700 controlli analitici

Nel 2014 l’Italia ha registrato 8 nuovi prodotti, di cui 3 DOP e 5 IGP: Patata dell’Alto Viterbese IGP, Strachitunt DOP,
Miele Varesino DOP, Torrone di Bagnara IGP, Pescabivona IGP, Piadina Romagnola IGP, Salama da Sugo IGP, Pecorino Crotonese DOP. Nel corso dell’anno è stata registrata la Piadina Romagnola IGP, un prodotto street food, artigianale, basato sull’unicità del metodo di produzione e delle materie prime.
Dal 1° Gennaio al 30 Novembre 2014 sono state iscritte nel registro dei prodotti a marchio DOP, IGP e STG 53 nuove
denominazioni, di cui 52 europee e 1 extraeuropea; da segnalare che è stata cancellata un’intera categoria, quelle delle acque minerali, con ben 23 prodotti a marchio DOP. Il numero totale di denominazioni al 30 Novembre 2014 è di 1249, suddivise in 583 DOP (46,7% sulle denominazioni totali), 617 IGP (49,4% delle denominazioni) e 49 STG (che continuano ad avere un ruolo marginale con il 3,9%).
Rispetto allo scorso anno il numero delle denominazioni registrate è stato inferiore, a crescere di più sono le IGP con 28 unità seguite dalle DOP con 19 unità e dalle STG con 6 unità. Per quanto riguarda i comparti, gli ortofrutticoli e cereali si confermano a livello europeo la prima categoria per numero di prodotti con il 27,3% del totale (341 prodotti), seguito a forte distanza dai formaggi con il 17,8% (223 prodotti), dai prodotti a base di carne con 12,4% (155 prodotti), dalle carni fresche 11,8% (147 prodotti) e dagli oli e grassi con 10% (125 prodotti).
L’Italia si conferma leader per il numero complessivo di registrazioni, con 269 prodotti; seguono la Francia con 219, la Spagna con 180, il Portogallo con 125, la Grecia con 101. Per quanto riguarda la Germania, il numero totale delle sue denominazioni scende notevolmente a causa della cancellazione della categoria delle acque minerali. Si conferma anche nel 2014 il ruolo attivo dei Paesi dell’Europa dell’Est, che continuano ad aumentare il numero di prodotti registrati.

Il 2014 ha visto il completamento del lavoro sul pacchetto qualità iniziato a livello europeo nel 2008. La Commissione europea ha infatti emanato il Regolamento delegato (UE) n. 664/2014 che integra il regolamento (UE) n. 1151/2012 con riguardo alla definizione dei simboli dell’Unione per le denominazioni di origine protette, le indicazioni geografiche protette e le specialità tradizionali garantite e con riguardo ad alcune norme sulla provenienza, ad alcune norme procedurali e ad alcune norme transitorie supplementari, nonchè il regolamento di esecuzione 668/2014 che reca le modalità di applicazione dell’atto base sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari. Ultimo atto che completa il pacchetto qualità è il Regolamento delegato (UE) n. 665/2014 che riguarda le condizioni d’uso dell’indicazione facoltativa di qualità “prodotto di montagna”.
Sul piano nazionale l’Italia risponde con il decreto ministeriale 14 ottobre 2013 recante le disposizioni per l’attuazione del regolamento (UE) n. 1151/2012 pubblicato alla fine del 2013. Inoltre, sempre sul piano nazionale, vi è stata l’attivazione del tavolo della filiera bufalina per discutere le problematiche inerenti la tracciabilità del latte di bufala imposta dall’art. 7 della legge 4/2011 e l’obbligo della separazione prevista dall’art 4-quinquiesdecies del decreto-legge 171/2008.
La discussione ha portato all’emanazione del decreto legge 24 giugno 2014, n. 91 convertito con legge 116/2014 che ha disposto, all’articolo 4, le misure per la sicurezza alimentare e la produzione della Mozzarella di Bufala Campana DOP e che abroga sia 4-quinquiesdecies del decreto-legge 171/2008 sia l’art. 7 della legge 4/2011.

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